martedì 1 aprile 2014

Prodi e Visco

Certo che ce n'hanno messo di tempo Prodi e Visco per capire la malattia. Ed ancora non hanno individuato la cura
Puah!



http://anglotedesco.blogspot.it/2014/03/leggete-quello-che-dicono-romano-prodi.html

giovedì 27 marzo 2014

Euro sì-Euro no

Da UnO STUDIO DI LINKTANK
L’Euro è il convitato di pietra di qualsiasi discussione di politica economica nel nostro paese. Una discussione dove prevale spesso la voglia di schierarsi piuttosto che la voglia di approfondire. Si litiga e si piega qualsiasi evidenza empirica a favore della propria tesi. Per alcuni, l’Euro è un feticcio da difendere a tutti i costi, l’ancora di salvezza per non fare la fine della Grecia. Per altri, è l’origine di tutti i nostri mali, addirittura un “crimine contro l’umanità” (copyright del neosegretario della Lega, Matteo Salvini).
Ci sono ragioni politiche dietro a uno scontro così incandescente. Ma ci sono anche ragioni tecniche. In macroeconomia, è difficile valutare gli effetti di una scelta di politica economica, perché manca una stima credibile del “controfattuale”, di quello che sarebbe successo a un paese senza quella scelta. Se si legge il bel pezzo di Antonio Fatas su “The Euro Counterfactual” si capisce subito che ogni fazione, anti o pro Euro, può facilmente costruire comparazioni tra paesi per sostenere la propria tesi. Alcuni compareranno l’Irlanda alla Tailandia e altri la Spagna al Regno Unito. Per uscire da questo vicolo cieco, Link Tank propone un approccio diverso. Lasciamo che siano i dati e non le nostre preferenze a scegliere le comparazioni tra paesi più istruttive.
Per farlo, utilizziamo una metodologia statistica (il “controllo sintetico”) che, partendo da un gruppo di potenziali paesi “di controllo” con cui confrontare l’Italia, ne costruisce una combinazione, una sorta di Frankestein simile all’Italia, capace di mimare accuratamente l’andamento dell’economia italiana prima dell’ingresso nell’Euro. (1) Questa combinazione si chiama appunto “controllo sintetico” e permette di simulare che cosa sarebbe successo all’Italia se non avesse adottato la moneta unica. Come data d’ingresso, abbiamo considerato sia il 1 gennaio 1999 (inizio dei cambi fissi) sia il 1 gennaio 2002 (moneta circolante):  i risultati sono simili tra loro. (2) La differenza tra l’Italia e il suo controllo sintetico dopo quella data dovrebbe catturare l’effetto dell’Euro. I potenziali paesi di controllo che abbiamo utilizzato si dividono in due gruppi: gli stati membri dell’Unione Europea che non utilizzano l’Euro e i paesi Ocse non-europei. 
Il nostro esercizio non ha nessuna pretesa di svelare rapporti di causa-effetto. L’analisi rimane meramente descrittiva, anche se ha il merito di essere guidata dai dati e non dalle scelte discrezionali degli osservatori. I limiti dell’esercizio sono molteplici. Il primo è che esistono “effetti di contagio” tra paesi. È come se doveste valutare l’effetto di un vaccino: per farlo, non sarebbe appropriato comparare due individui – a uno dei quali somministrate il vaccino e all’altro no – che vivono insieme, perché il vaccino avrà un effetto anche sull’individuo che non lo riceve riducendo la sua probabilità di ammalarsi. Il secondo limite è che si possono verificarsi shock successivi all’ingresso nell’Euro, che colpiscono le economie che costituiscono il controllo sintetico. Questo effetto è in parte catturato dai pesi assegnati dall’algoritmo. Ma in piccoli campioni non si può mai sapere e, soprattutto, l’esercizio perde di significato quando ci si allontana dalla data d’ingresso nell’Euro. Infine, potrebbero esserci “effetti di anticipazione”, per cui l’effetto si materializza ancor prima dell’introduzione della moneta unica.
Nonostante questi limiti, è interessante comparare l’andamento dell’economia italiana con quello del suo controllo sintetico dopo l’ingresso nell’Euro. Lo facciamo rispetto a quattro temi al centro del dibattito: commercio con l’estero; inflazione; rendimenti del debito pubblico; crescita e produttività. Il controllo sintetico e le conclusioni dell’analisi, infatti, cambiano da una variabile a un’altra.

pollice-verdeCOMMERCIO CON L’ESTERO

Una delle motivazioni originarie dell’Euro era quella di favorire l’integrazione internazionale dei mercati riducendo i costi di transazione e rimuovendo il rischio di cambio. Soffermiamoci quindi sull’effetto della moneta unica sui flussi commerciali tra paesi dell’area. La prima parte dell’analisi si basa sul paper di uno di noi (Saia): “Choosing the Open Sea: The Cost to the UK of Staying Out of the Euro”.L’analisi è per flussi commerciali bilaterali, nel senso che ogni coppia, cioè il commercio bilaterale tra Italia e altri paesi Euro, viene confrontata con un controllo sintetico costruito sulle coppie che comprendono paesi che non sono entrati nella moneta unica.
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La prima figura mostra alcune delle coppie principali, mentre la seconda figura mostra l’effetto aggregato sul commercio intra-Euro dell’Italia. In ogni figura, la linea solida rappresenta la variabile osservata realmente, mentre la linea tratteggiata rappresenta l’andamento del controllo sintetico. Come si vede, rispetto al controfattuale, i flussi bilaterali tra l’Italia e i paesi Euro sono aumentati in maniera sostanziale. L’unico caso a sé è la coppia tra Italia e Regno Unito, il cui controfattuale è rappresentato da paesi che, a differenza della perfida Albione, sono entrati nell’Euro: in quel caso, coerentemente con gli altri risultati, l’interscambio si riduce rispetto al controllo sintetico. Durante il periodo 1999-2010, l’ingresso nell’Euro ha generato un notevole aumento (+38%) degli scambi commerciali tra Italia e partner europei. I risultati relativi ai flussi per singolo partner evidenziano una sostanziale eterogeneità dell’effetto, dal minimo del Portogallo al massimo dell’Austria.
Resta la domanda, tuttavia, se l’Euro abbia creato nuovi flussi commerciali o si sia limitato ad accrescere i flussi all’interno della zona Euro, a spese di quelli con i paesi rimasti fuori. Per valutarlo, usiamo le serie storiche annuali delle esportazioni e delle importazioni in percentuale del Pil. L’effetto è positivo sia sulle esportazioni sia – in misura maggiore – sulle importazioni. L’ingresso nell’Euro, quindi, è associato con un aumento complessivo dei flussi commerciali (3).
esportazioni-euroimport-euro
 

semaforo-gialloINFLAZIONE

Nell’immaginario collettivo degli italiani, appena l’Euro ha iniziato a circolare, si è prodotta un’accelerazione immediata dell’indice dei prezzi, con la famosa pizza che è passata da cinque mila Lire a cinque Euro nell’arco di una notte. In verità, gli studi micro sull’argomento non sembrano confermare questa percezione diffusa, a esclusione di alcuni settori marginali.
Il confronto tra Italia e controllo sintetico conferma che non c’è stata nessuna impennata inflattiva dopo l’ingresso nell’Euro. Anzi, nella figura,  si vede come l’avvio dei cambi fissi abbia coinciso con una riduzione dell’inflazione in Italia rispetto al suo sintetico. Dopo il 2001, le parti tra i due si invertono per un breve lasso di tempo, ma solo perché nel controllo sintetico l’inflazione diminuisce più rapidamente. Durante il periodo 1999-2009, la moneta unica è stata accompagnata da una riduzione del tasso d’inflazione medio pari al 16%, anche se l’effetto è concentrato nel periodo con cambi fissi in attesa del circolante. Queste tendenze sono confermate dagli esercizi con serie storiche annuali riportati nel nostro dossier completo, che trova un effetto positivo quando il “trattamento” parte dal 1999 ma non dal 2001, anno dopo il quale l’inflazione è leggermente più alta in Italia.
effetti-inflazioni
Insomma, la conduzione della politica monetaria da parte della Bce, volta al mantenimento della stabilità dei prezzi, sembra aver contribuito a contenere le spinte inflazionistiche. Di sicuro, non si è prodotta quell’accelerazione improvvisa dei prezzi ormai acquisita nella vulgata popolare sulla transizione dalla Lira all’Euro. Resta ovviamente aperto il dibattito sulla bontà degli indici che catturano l’inflazione e sulla differenza tra aumenti dei prezzi reali e percepiti, che non riguardano la nostra analisi e per cui rimandiamo agli studi citati sopra.

semaforo-gialloSPREAD

Uno degli argomenti più ricorrenti a favore dell’Euro è che ha prodotto un cospicuo dividendo in termini di minori interessi pagati sul debito pubblico. Il grafico che riportiamo guarda al rendimento implicito dei titoli di stato (annualized redemption yield) a due o a dieci anni. (4) Come si vede dal grafico, prima del 1999 è in atto una chiara tendenza al ribasso, sia in Italia sia nel controllo sintetico. Ma, dopo il 2001, le traiettorie dei due non sembrano divergere granché nel caso dei rendimenti a dieci anni (per cui il sintetico è composto dalla sola Svezia). Invece, nel caso dei rendimenti a due anni (sintetico composto da Svezia e Nuova Zelanda), si registra un qualche dividendo dell’Euro nella prima fase, finché la crisi finanziaria non innesca una nuova tendenza al rialzo dei tassi italiani.
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Come evidenziano anche semplici grafici descrittivi sull’andamento dei rendimenti dei titoli di stato nei paesi Euro e in un pool di altri paesi (si veda il dossier completo), è indubitabile che il processo di unificazione monetaria abbia prodotto una marcata convergenza dei tassi, ma almeno in parte questa convergenza si è prodotta anche in altri paesi. In particolare, paesi scandinavi come Svezia e Danimarca hanno adottato politiche monetarie di sostanziale ancoraggio all’Euro. Non è un caso, quindi, che il controllo sintetico rilevi un maggiore dividendo dell’Euro quando pesca economie più distanti dal contesto europeo, come la Nuova Zelanda. È l’esempio del vaccino fatto sopra: difficile valutare l’effetto dell’Euro comparando gli stati membri con paesi che, come la Svezia, sono stati comunque influenzati dalla moneta unica.
Certo, qualcuno può concluderne che avremmo dovuto fare come gli scandinavi: seguire la scia dell’Euro per beneficiare della convergenza verso il basso dei tassi, ma mantenere la flessibilità del cambio per fronteggiare eventuali crisi. Il problema è che se tutti avessero fatto lo stesso ragionamento, non ci sarebbe stata nessuna scia da seguire.

pollice-rossoCRESCITA E PRODUTTIVITÀ

Quali sono stato gli effetti dell’Euro per la crescita del Pil e della produttività del lavoro?Il primo grafico compara la traiettoria del Pil in termini reali in Italia con quella del suo controllo sintetico (composto soprattutto da Svezia, Regno Unito e Turchia). Come si vede, l’effetto è leggermente negativo in alcuni anni, ma sostanzialmente trascurabile. Il secondo grafico cattura il medesimo esercizio per la Germania (il cui sintetico è composto da Svizzera, Danimarca e Giappone): in quel caso, l’ingresso nell’Euro è associato a una traiettoria di crescita che si mantiene costantemente al di sotto del potenziale controfattuale. Con buona pace di chi sostiene che l’economia tedesca se ne sia enormemente avvantaggiata.
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Un altro elemento interessante riguardal’andamento della produttività del lavoro. (5) In questo caso, le traiettorie dell’Italia e del controllo sintetico si separano nettamente. In concomitanza con l’avvento dell’Euro, mentre la produttività del sintetico continua a salire, quella italiana s’incaglia: elettroencefalogramma piatto.
Effetto-euro-produttivita
Che cosa è successo? Non è facile rispondere. La nostra opinione è che si potevano avere due effetti: il primo è che la maggior integrazione commerciale avrebbe prodotto maggiore competizione e indotto maggiori riforme nel mercato dei beni e del lavoro, come è avvenuto in Germania; il secondo è che, dopo il consolidamento di bilancio richiesto per entrare nell’Euro, ci si sarebbe seduta sugli allori. Questo è apparentemente avvenuto in Italia.
In sintesi: il decennio dell’Euro appare come l’ennesima occasione mancata per la nostra politica economica, che non ha saputo riorientare il nostro modello di sviluppo in un contesto competitivo radicalmente mutato.

venerdì 7 marzo 2014

In 20 anni le tasse locali sono aumentate del 130%


Che il federalismo fiscale si potesse tramutare in aumento delle tasse lo si sapeva, ma ora arriva anche la conferma della Corte dei Conti. Nel corso di un'audizione il presidente Raffaele Squitieri ha sottolineato come dalla sua attuazione si sia registrata «una significativa accelerazione sia delle entrate di competenza degli enti territoriali sia di quelle dell'amministrazione centrale». Se poi si allarga lo sguardo agli ultimi 20 anni c'è un dato che balza agli occhi: in un ventennio le tasse locali sono aumentate del 130 per cento. Al termine dell'audizione il Presidente Squitieri si è soffermato sul tema della  corruzione. Spiegando che è «impossibile» stimarne la ricaduta sull'economia e precisando che qualsiasi stima è «velleitaria».Con l'occasione il presidente della Corte dei conti ha smentito che la magistratura contabile l'abbia mai quantificata in 60 miliardi. Squitieri ha bollato tale cifra come «fantasiosa». «Mi dà anche fastidio - ha aggiunto - che l'Italia venga etichettata come un paese corrotto», ha detto il presidente dei giudici contabili.

Con tanti saluti a quel buffone di @marcotravaglio, uno dei fondatori dell'autorazzismo italico, categoria culturale finora ignota al mondo. Anche lui funzionale ad un certo disegno, per via della sua esterofilia sfrenata ed il reindirizzo continuo al dissenso su castacriccacorruzione.
Non dimentichiamo che la funzione della corruzione come presunto nemico primario dell'Italia risulta già dal c.d. Rapporto Kaufman della World Bank. Essa funzione è la più potente ed efficace barriera di dissimulazione dell'assetto distributivo della ricchezza che si va affermando mediante il controllo oligarchico della funzione normativa pubblica. Interessantissima l'analisi di Luciano Barra Caracciolo che trovate qui

http://orizzonte48.blogspot.it/201311/teoria-generale-della-corruzione-guida.html 

venerdì 11 ottobre 2013

L'abdicazione del popolo sovrano

Di solito si parla di abdicazione quando un sovrano decide spontaneamente di disfarsi del potere e lasciarlo a qualcun altro. E l'accostamento mi viene quando, come e' successo oggi, un Testimone di Vienna (un testimone di Geova, ma della scuola Austriaca) si e' inserito con le sue fesserie, miste ad una retorica che e' il 99% dei motivi per cui ho deciso di lasciare l'Italia:  l'immaturita'  politica della popolazione.
La cosa che detesto, e che mi ha disgustato ai tempi della presa di potere illegittima di Monti, e' la determinazione degli italiani a "preferire" o a trovare accettabile che uno straniero governi il paese.
L'idea, assurda e' che se lo straniero e' cosi' bravo a governare il proprio paese, allora governera' bene anche il vostro. Ed e' un'idea assurda perche' affonda in una pelosa volonta' di distinguere il potere dal comando.
Il comando e' semplicemente il fatto che voi occupiate la posizione gerarchicamente piu' alta. Tutti sono subordinati a voi. Il potere e' l'insieme di mezzi di cui disponete per fare cio' che volete.
Allora, se ci sono due potenti nazioni, A e B, ed in mezzo c'e' una nazioncina c, e voi siete il presidente di c, vi viene chiesto di decidere se allearvi con B o con A. Ognuna delle due vi proteggera' dalle ingerenze dell'altra, a prezzo di obbedirgli. In tal caso, come presidenti di c siete al comando. Siete nella posizione gerarchicamente piu' alta di c. Decidete voi con chi allearvi. Ma dall'altro canto, NON avete alcun potere: i mezzi di cui dispone c sono troppo piccoli per opporsi sia alla volonta' di A che a quella di B. 
Un esempio di questa differenza e' la Trojka e la Grecia. La Trojka ha deciso che il governo greco avesse troppi statali, che erano pagati troppo, e cheaveva troppi pensionati, e troppo giovani. Cosi' ha ordinato di tagliare la spesa degli stipendi statali e delle pensioni. Ma al comando in grecia c'e' il governo greco. Perche' comanda la Trojka se , costituzione alla mano, e' il govero greco a governare? Perche' la trojka non ha il comando, che rimane greco, ma ha il potere: senza i soldi della Trojka, i greci non possono neanche pagare gli stipendi ad un valore di 1/3.
Allora, signori, quando dite che vorreste che "uno straniero" o l' "Europa" vi governasse, non dovete chiedervi solo "come fanno a prendere il comando?", che e' semplice. Basta un trattato. Dovete chiedervi "come fanno ad avere IL POTERE?".
Supponiamo che Bruxelles prenda a governare l' Italia, il comando lo prendono con un trattato. Ma chi darebbe loro il potere, di vincere le lobby, di vincere le banche, di vincere i sindacati, di vincere ogni resistenza? Questa e' la domanda. Se volete che uno straniero vi governi e cambi tutto, non basta che gli diate il comando. Dovete dargli ANCHE il potere. E la domanda e': che genere di potere deve avere, per essere piu' potente di ogni potere italiano?
Uno straniero puo' fare tante cose. Vi puo' invadere, attaccare, difendere, salvare, distruggere, ricostruire, sorvegliare, consigliare, ma una sola cosa non puo' fare: GOVERNARVI. Al massimo, potra' TIRANNEGGIARVI.
Adesso, qual'e' la relazione tra il potere ed il comando, quando il potere e' straniero ed il comando e' locale?
Se osservate la Grecia, la Trojka ha ordinato di ridurre gli stipendi degli statali che incidevano enormemente sul bilancio. Ora, ci vuole poco a capire che se un dirigente guadagna 10 volte piu' di un peone qualsiasi, licenziando un dirigente si risparmi dieci volte di piu'.
Ma il governo Greco non ha fatto questo: ricevuto l' input di tagliare le pensioni, non ha tagliato le alte lasciando le basse, anzi. Le alte , le privilegiate, sono ancora li'. Allo stesso modo, nel tagliare la spesa del personale, ha lasciato INTOCCATA la classe dei dirigenti e dei politici, e hanno licenziato i peones, oppure tagliato loro lo stipendio ad 1/3.
La Trojka poteva imporre di iniziare dal vertice i tagli? No. Perche' il vertice e' comunque al comando, e anche se non ha potere, esisteva il rischio che decidessero di tornare alla Dracma, causando un disastro globale.
Cosi', questo e' il punto: la Trojka ha deciso COSA, il governo greco ha deciso COME. 
Questa e' una regola generale: chi e' al potere decida COSA fare, chi e' al comando decide COME farlo, perche' la gerarchia obbedisce a lui.
Cosi', Bruxelles puo' anche imporre a tutti di non avere il 3% del deficit sul PIL, e alcuni stati lo faranno senza alcuno sforzo in un modo "virtuoso", altri lo faranno con IVA e IMU.  Bruxelles decide COSA, Roma decide COME.
Qui entra in gioco la differenza tra amministrazione pubblica e governo. Il governo lo eleggete, l'amministrazione pubblica no. Quando cambia governo, non cambia molto la pubblica amministrazione. Impiegati e dirigenti rimangono li'. 
I dirigenti sono al comando, il governo (gestendo il budget) ha il potere. Il governo puo' anche decidere COSA; e' la pubblica amministrazione a decidere COME.
Cosi', se ci sono pochi soldi, il comune di Bochum chiede ai cittadini di occuparsi dell'aiuola davanti a casa, sul marciapiede, per tre mesi.  In Italia chiudono asili nido. Il potere in tal caso ce lo ha il budget: "spendi meno". Questo e' il COSA. Il "come" lo decide poi chi ha il comando.  Chi comincia dagli asili e chi dalle aiuole.
Allora, se anche si cedessero TUTTI i poteri a bruxelles, e ripeto "i poteri", avrete sempre una pubblica amministrazione, che e' al comando. E quando anche il potere di decidere COSA fosse a Bruxelles, a decidere COME sara' sempre la VOSTRA pubblica amministrazione.
E lo sapete. Guardate l' Italia. Il governo e' lo stesso, e fa le leggi generali ed astratte. Ma la gestione dei rifiuti in Emilia e in Campania e' diversa. Se poi andiamo alle regioni a statuto speciale, la differenza fra Trentino e Sicilia e' evidente. 
Allora? Non e' forse lo stesso governo di Roma, a governare entrambi? Ma la differenza, dite voi, la fanno le amministrazioni locali.
Quindi, se adesso spostate il problema su Bruxelles, che cose ottenete per analogia? Che Bruxelles fara' il suo bel governo, ma la pubblica amministrazione italiana sara' locale. E sara' quella che conoscete. E non potrebbe cambiare l'intera PA, perche' allora la PA inizierebbe a pianificare l'uscita dalla UE per salvare i propri privilegi. Dopotutto, persino nei paesi che fanno la fame, i governanti vivono nel lusso.
Ovviamente, se Bruxelles oltre che il governo avesse il potere, potrebbe anche cambiare la pubblica amministrazione.
Ma allora torna la domanda: che genere di POTERE deve avere, questo straniero che vi "governa"? La verita' e' che state chiamando un TIRANNO.
Quello che non capite e' che invocare uno straniero che vi governi significa, immediatamente ed inevitabilmente, invocare non soltanto UN GOVERNO dello straniero, ma anche UN POTERE piu' forte di ogni opposizione locale.
Questa e' la TERRIBILE immaturita' che mostrate quando dite che "e' un problema europeo", quando dite che "vorrei che ci governassero altri", quando dite che "lavoro? Problema Europeo", quando dite che "Industria? Occorre una politica industriale europea!", quando dite che "ripresa economica? Problema europeo!". Per forza di cose, state INVOCANDO UN TIRANNO.
Volete che siano stranieri a legiferare sul lavoro? State chiedendo uno straniero che sia piu' POTENTE dei sindacati, di Confindustria, e di INPS allo stesso tempo, e che quindi metta mano al diritto del lavoro. Aha. C'e' un precedente, in effetti.
Volete che un potere straniero faccia un piano di infrastrutture? Autostrade, ferrovie, ponti, porti, elettrodotti, acquedotti, corsi d'acqua? Aha. Ma per farlo non basta avere il ministero: occorre IL POTERE di schiacciare i mafiosi degli appalti, di calpestare verdi, no tav, no-tutto, di cancellare le aziende appaltatrici di oggi per averne di piu' moderne, di calpestare i monopoli dello stato e le concessioni, ed i concessionari, ed il potere dei consorzi e delle municipalizzate. Quanto potere serve? Tanto cosi'.
Volete che l'europa si occupi di Industria? Quanto potere occorre? Schiacciare confindustria, confartigianato, eliminare il sistema di poteri e di lobbies e le associazioni professionali e gli albi, e cancellare le PMI obsolete per convincere le poche vincenti a crescere. Occorre schiacciare le banche e i finanzieri di oggi, e convincere le famiglie italiane che i loro figli vanno bene operai. E occorrono sindacati diversi. Chi ha tanto potere? Esiste un solo precedente storico in Italia:
Questo e' il punto: lo straniero di cui invocate il governo non puo' far niente se non ha anche il POTERE di schiacciare i poteri attuali. Ma questo potere ce lo hanno solo due entita'. La prima e' questa:  un tiranno.
LA seconda e' questa: Il popolo.
Quindi, la VOSTRA immaturita' quando dite che "e' un problema europeo", quando dite che "vorrei che ci governassero altri", quando dite che "lavoro? Problema Europeo", quando dite che "Industria? Occorre una politica industriale europea!", quando dite che "ripresa economica? Problema europeo!", e' che quelle cose DOVETE FARLE VOI, perche' anche se lo straniero arrivasse, per poterle fare dovrebbe essere UN TIRANNO.
Esistono DUE categorie della politica: la tirannide, e il suo opposto, la democrazia. "Governo dello straniero che ci aiuta" non esiste. E quando fottutamente rinunciate a governare COME POPOLO, state dicendo che volete uno straniero a governare, implicitamente ma automaticamente state dicendo che lo straniero dovra' essere piu' potente di OGNI potere locale, POPOLO COMPRESO!
Questa e' l'immaturita' che avete mostrato quando siete andati ad applaudire per la destituzione illegale del capo del governo eletto, Silvio Berlusconi. Potra' anche fare schifo, ma avete delegato AD ALTRI di scegliere. Avere reso un potere straniero PIU' FORTE di voi, ABDICANDO!
Popolo sovrano significa, appunto, sovrano. E quando il sovrano lascia spontaneamente il potere, abdica. 
Il motivo per cui ho capito, vedendovi applaudire Monti che fa il colpo di stato col traditore Napolitano, che non ne uscirete MAI, e' che avete mostrato una catastrofica immaturita' politica, nell'illudervi che un potere straniero che governa il paese, per poter governare, POSSA NON ESSERE TIRANNICO.
E quando vedo un piddino della situazione che viene a farmela cadere dall'alto, che vuole essere "governato dall' Europa" , senza chiedersi quanto POTERE dovrebbe avere l' Europa per imporre all'italia i cambiamenti che servono, e quanto potere dovrebbe avere per essere piu' potente di OGNI potere italiano, POPOLO COMPRESO, capisco che non c'e' speranza. Perche' se i PDini sono "il meno peggio"...
E vedervi piagnucolare contro la Merkel, quando voi avete APPLAUDITO l'arrivo di Monti, mi fa capire che non avete ancora capito il meccanismo: lo straniero che vi governa e' PER FORZA tirannico, perche' ha bisogno di POTERE, di essere piu' potente di chiunque, voi compresi.
Presi la decisione di cambiare nazione proprio in quei giorni. Osservando le persone festeggiare un potere straniero che doveva essere per forza tirannico e vessatorio, perche' non era solo un "governo" straniero, era un POTERE straniero. E sentirmi dire, a distanza di due anni, che non avete capito la lezione, e che ancora sognate "che vi governino altri", mi fa capire che non ci avete capito un cazzo perche' siete troppo stupidi per capire i fondamentali. 
Delle due, persino Grillo dice cose sensate quando dice "potere al popolo" e "vogliamo il 100% dei voti". Sta chiedendo COMANDO e POTERE insieme. Ma sta chiedendo il VOSTRO potere e il comando, mediante il voto. Tribunizio quanto volete, ma almeno ha la maturita' civica di ARROGARSI , in Italia, il potere di cambiare le cose, mediante il voto. Mentre voi, sareste disposti a cedere il comando ad uno straniero, senza nemmeno porvi domande sul potere che questo richiede. Immaturita', stupidita', mancata conoscenza dei fondamentali della politica, cialtroneria e codardia. Vedermi fare questi discorsi , pure calati dall'alto col tono del PDino, mi ha fatto capire che non avete capito la lezione. Siete immaturi. 
Vi stanno facendo a pezzi (dopo Telecom e Alitalia, avete appena perso Motor Show e salone dell' Auto. Mi chiedo quando le sberle saranno abbastanza forti da svegliarvi), e tutto quello che sapete fare e' invocare un tiranno straniero, cioe' uno straniero che puo' solo essere un tiranno.
No, vi mancano dei fondamentali della politica. E se li avete, allora mi chiedo che cazzo stiate ancora a fare li'. Una nazione ove il cittadino che si crede intelligente e colto invoca un tiranno straniero al posto proprio, che speranze ha?
Gli azionisti di Bernabe' gli hanno venduto l'azienda sotto il Q senza neanche avvisarlo, e sono quelli che lo hanno eletto. Sono scesi dalla nave alla chetichella lasciando il capitano ignaro in plancia.
Vi consiglio di fare lo stesso, sinche' siete in tempo. Tanto, molti passeggeri sognano solo una nave piu' grande con un comandante straniero. E credono di essere i passeggeri piu' intelligenti e colti a bordo!
Non si chiedono, ovviamente, chi dovra' sbucciare le patate in cambusa, quando il comandante sara' uno straniero e tutti obbediranno ciecamente a lui.

giovedì 10 ottobre 2013

Qualche precisazione sul metodo M5S

Qualche precisazione sul metodo di relazione tra eletti, iscritti e elettori del M5S per la formulazione di nuove leggi.
1. L'eletto portavoce ha come compito l'attuazione del Programma del M5S
2. In caso di nuove leggi di rilevanza sociale non previste dal Programma, come può essere l'abolizione del reato di clandestinità, queste devono essere prima discusse in assemblea dai proponenti e quindi proposte all'approvazione del M5S attraverso il blog
3. In caso di approvazione, i nuovi punti saranno inseriti nel Programma che sarà sottoposto agli elettori nella successiva consultazione elettorale


http://www.beppegrillo.it/2013/10/qualche_precisazione_sul_metodo_m5s.html

L'Italia dei furbi che si tengono il malloppo

di Sergio Di Cori Modigliani

Sui media, le parole usate, le parole da usare e il "salto di qualità".
L'uomo la cui immagine vedete riprodotta in bacheca NON e' un cretino.
L'uomo la cui immagine vedete riprodotta in bacheca NON considera affatto un malloppo i soldi dei contribuenti fiscali che ogni anno arrivano al contabile del giornale da lui diretto, senza i quali, è molto probabile, il quotidiano sarebbe costretto a chiudere perchè è un giornale che nessuno acquista, quindi non vende, non produce profitto, non crea lavoro nè occupazione e viene letto (per lo più gratis) soltanto dagli addetti ai lavori del ristretto club della cupola mediatica.
Quei soldi non vengono definiti un malloppo, bensì un dovere istituzionale.
Fine della premessa.
Veniamo ai fatti.
Ieri, una personalità politica del PD molto nota, Livia Turco, solida presenza  nel mondo della sinistra italiana, ex Ministro della Sanità, quindi responsabile anche lei dello stato della sanità italiana in quanto alla guida di quel dicastero per una legislatura, non più parlamentare perchè vittima della mini rottamazione renziana chiesta a furor di popolo piddino nel dicembre del 2012, ebbene, questa signora ha dichiarato durante una trasmissione televisiva che quelli del M5s sono dei cretini.
Senza alcuna contestazione di rilievo, nè durante, nè dopo, sullo stesso medium.
Quindi, siamo 8.850.000 cretini.
Questa mattina, invece, affrontando nella camera dei deputati il dibattito relativo alla legge per abolire definitivamente il finanziamento pubblico ai partiti, un eletto nelle fila del M5s  ha sottolineato la "truffaldina" modalità attraverso la quale il PD PDL Lista Monti Lega Nord Sel Fratelli d'Italia Udc Api Fli Psi Ds AN Msi Psdi Pri Radicali DC Idv Rifondazione Comunisti Italiani Autonomie -tutti questi hanno percepito fino a poco tempo fa e ancora percepiscono la loro quota parte anche se estinti- si sono artatamente impossessati di danaro pubblico aggirando la Legge. Nel 1993, infatti, un referendum popolare aveva abolito il finanziamento.
Nel perorare la sua causa, ha portato in aula la sua indignazione e protesta a nome della cittadinanza, definendo i deputati "ladri" e tale appropriazione indebita "il malloppo".
La presidenta della Camera "di turno", lo ha fortemente redarguito, sostenendo che alla Camera è necessario usare un linguaggio consono alle Istituzioni
E come vanno seguite e rispettate le Istituzioni?
Livia Turco può insultare pubblicamente quasi 9 milioni di persone e farla franca.
Il termine "cretino", in Italia, è considerato penalmente un insulto, quindi perseguibile legalmente.
Non così in Francia, dove è stato coniato il termine.
La parola "cretino" viene dal francese aulico, cretien, usata per la prima volta dai Galli intorno al I secolo d.C. ,per indicare i seguaci di una nuova religione monoteista, per l'appunto il cristianesimo. I cretien erano coloro che si consideravano disposti a farsi mangiare dai leoni al Colosseo piuttosto che essere servi passivi dell'impero romano. E ai Galli, questi cretien, piacevano molto, davvero molto, tanto è vero che li proteggevano, li nascondevano, li sostenevano. Il termine rimase come identificazione di purezza e nobiltà, sacrificio e fedeltà, credenza e misticismo fino alla fine dell'anno mille. Lì, cambiò radicalmente, perchè si tinse di un sapore diverso, nato dalla fantasia popolare. Il cretien divenne il povero disgraziato che, pur di mangiare e bere raggranellando qualche moneta, era disposto ad andare a farsi scannare in Terra Santa al servizio di un ricco signore nobile per la sua crociata, l'unico che ci avrebbe guadagnato. In duecento anni, da poveri disgraziati disperati (non più mistici puri) si trasformarono, cinicamente, in folli masochisti suicidi. Già a metà del '200 il termine diventa ambiguo, in bilico. Lo stesso Dante è incerto sul suo uso appropriato. Sarà Pietro Bembo che lo promuove come insulto, qualche secolo dopo. Da allora si tinge di un sapore sempre più denso, nero, aggressivo, contundente.
Da 600 anni, nella lingua italiana, il termine "cretino" equivale al più feroce insulto che si possa usare, giustamente perseguibile penalmente.
Da circa 150 anni è entrato anche nella letteratura medica che ha individuato nel "cretinismo" una forma specifica di patologia neurologica che identifica una certa disabilità intellettiva, caratterizzata dalla scarsa o quasi nulla facoltà di comprendonio.
Ma non è consentito usare il termine "malloppo", il solo uso di questo termine impone la chiusura della Camera.
Dice la Treccani:  
"Con il termine malloppo si intende un involto, fagotto piuttosto voluminoso; nel linguaggio gergale, refurtiva: nascondere il m., dover restituire il m.; per estensione, gruzzolo di denari, patrimonio ereditario".
Quindi, in italiano, "malloppo" equivale anche a "patrimonio ereditario", come nel caso del finanziamento pubblico ai partiti, considerato un diritto acquisito di appartenenza ad affiliazione anche se estinta. 
Può essere sostenuto, anche legalmente, in maniera forte e convincente.
Non così nel caso di "cretini".
Per evitare di farsi carico, anche in maniera inconscia, di un aggravio di avvilimento e di depressione indotta, consiglio ai lettori di questo blog, nel caso abbiano votato per il M5s e/o siano iscritti al M5s e per questo si sentono cretini, come sostiene Livia Turco, di fare riferimento alla nostra bella lingua e alla tradizione etimologica e identificarsi quindi con i seguaci di Gesù Cristo nel I secolo d.C. 
A me, ha dato un grande agio.
Ieri notte sono andato a letto avvilito, non mi piace essere insultato in diretta televisiva e neanche in differita, dato che ho saputo dell'accaduto perchè riproposto da una rete Rai, senza alcun commento di disapprovazione.
Poi, mi sono ripreso pensando che, in effetti, è molto probabile, per non dire quasi certo, conoscendomi, che 2000 anni fa avrei scelto di farmi sbranare da un leone al Colosseo piuttosto che fare il servo.
Mi sono addormentato orgoglioso di essere un cretien.
Mi sono addormentato vergognandomi di essere italiano.
L'uomo la cui immagine vedete riprodotta in bacheca NON è un cretino.
E' un furbo.
L'uso di questo termine non è ancora un reato.
Purtroppo.
Avremo cambiato l'Italia quando quel termine sarà perseguibile perchè considerato un insulto anche in termini legali, o almeno qualcosa di cui vergognarsi.
Sta a noi fare in modo che si verifichi quanto prima possibile.
Dura Lex sed Lex, cara Livia Turco, o mi sbaglio?

mercoledì 10 luglio 2013

Meccanismo Europeo di Stabilità

Più di due anni fa circa, quando ancora la crisi non era arrivata ai livelli distruttivi attuali, in Europa si decise che era necessario un ennesimo strumento finanziario contro la c.d. “crisi del debito sovrano”.
Il 17 dicembre 2010 il Consiglio europeo concordò sulla necessità per gli Stati membri della zona euro di istituireun meccanismo permanente di stabilità. Attenti alla parola “permanente”. Questo “permanente” meccanismo europeo di stabilità (MES) a partire dal 1 luglio 2012 avrebbe sostituito i precedenti fondi salva stati – il Fondo europeo di stabilità finanziaria (EFSF) e il meccanismo europeo di stabilizzazione finanziaria (EFSM) – che erano fondi“temporanei”.
Il MES venne approvato il 23 marzo 2011 dal Parlamento europeo e ratificato dal consiglio europeo il 25 marzo 2011. In quella stessa data – per consentire l’integrazione del MES all’interno degli altri trattati europei – il Consiglio presieduto da Herman Van Rompuy dispose la modifica dell’articolo 136 del “Trattato sul Funzionamento dell’Unione Europea” – meglio conosciuto come Trattato di Lisbona – inserendo questo paragrafo: “Gli Stati membri la cui moneta è l’euro possono istituire un meccanismo di stabilità da attivare ove indispensabile per salvaguardare la stabilità dell’intera zona euro. La concessione di qualsiasi assistenza finanziaria necessaria nell’ambito del meccanismo sarà soggetta a una rigorosa condizionalità.”
Anche questa volta ponete un’attenzione particolare sulle parole usate,soprattutto su queste due parole:“rigorosa condizionalità”. Ci ritorneremo.
Per l’Italia il trattato fu firmato da Mario Monti a Bruxelles il 2 febbraio 2012.
Il 19 luglio dello stesso anno la votazione della Camera dei Deputati - con numeri plebiscitari (325 sì, 53 no e 36 astenuti) avrebbe completato l’iter di ratifica per l’Italia, con la conseguente adesione del nostro Paese al MES.
Gli altri Paesi ad avere ratificato il MES sono stati Belgio, Germania, Estonia, Irlanda, Grecia, Spagna, Francia, Cipro, Lussemburgo, Malta, Olanda, Austria, Portogallo, Slovenia, Slovacchia, Finlandia. Ovvero tutti i 17 Paesi dell’eurozona che erano tenuti all’adesione. Dal momento in cui tutti hanno sottoscritto, il MES è entrato formalmente in vigore.
La sua sede è stata stabilita nel Lussemburgo.
Il MES, come abbiamo visto, nasce con una motivazione “benefica”: essere un meccanismo di permanente “salvaguardia” della stabilità finanziaria della zona euro. Lo scopo sarebbe quello di evitare il “tracollo” di Paesi della zona euro, qualora si trovassero in bancarotta, o vivessero una situazione di forte “problematicità”.
Innanzitutto va subito detto che non si tratta di un semplice fondo - a differenza dei precedenti fondi salva stati - ma di una vera e propria organizzazione intergovernativa: una specie di FMI, ma anche una specie di banca, strutturata con un consiglio di Governatori (formato dai rappresentanti degli Stati membri) e un consiglio di amministrazione.
Il MES è un trattato col quale si dichiara di mirare a raggiungere stabilità finanziaria nella zona euro (come è stato anche per il Fiscal compact) che istituisce un’organizzazione finanziaria che influisce pesantemente sulle nostre sorti economiche. Ma andiamo con ordine.
Quello che è stato fatto passare per un semplice fondo è di fatto una anomalia giuridica. Il MES è un istituto finanziario, di prestito e investimenti, intergovernativo, di personalità giuridica di diritto privato, con scopo di lucro, ma con funzione pubblica di governo economico vincolante e sanzionante; sostituisce il precedente “fondo salva-stati” che era solo un organo di coordinamento.
I Paesi per partecipare al fondo dovranno rispettare norme molto severe, tra le quali il Fiscal Compact che prevede l’introduzione del pareggio di bilancio come norma costituzionale e una riduzione significativa del debito pubblico.
Anche premettendo queste “stranezze”, cosa potrebbe esserci di contestabile in un “Fondo salva stati”? Sarebbe stato da sciocchi non aderire a questo fondo di sicurezza. E’ stato detto in tutti i modi che grazie a sistemi del genere l’economia europea poteva essere “salvata”.
Ma saranno soprattutto due le cose fondamentali che dovremo afferrare, per capire fino a che punto questo è uno strumento di salvezza. Ovvero:
1) cosa significa, a tutti gli effetti aderire al MES, quali conseguenze comporta;
2) quale è la reale portata e la reale “natura” degli aiuti che – in caso di bisogno – verrebbero dati
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Per semplificare la comprensione ho distinto il testo che seguirà in paragrafi tematici. Ma non si tratta di passaggi distinti e a sé stanti: tutto il discorso segue un unico filo.
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